Accessibilità Web per e-Commerce: Cosa Prevede la Legge e Come Adeguarsi
L’era digitale ha rivoluzionato il modo in cui interagiamo con il mondo, ma per milioni di persone con disabilità, l’accesso a siti web e applicazioni può ancora essere una sfida. Per affrontare questa disparità, l’Unione Europea ha introdotto l’Accessibility Act, una normativa fondamentale che mira a rendere il web più inclusivo per tutti. Ma cosa significa esattamente e come influisce sulle aziende, specialmente sugli e-commerce? Scopriamolo insieme.
Cos’è l’Accessibility Act?
La normativa sull’accessibilità digitale ha radici europee. Nello specifico, si fa riferimento alla Direttiva (UE) 2019/882, nota come “Accessibility Act”, che è stata recepita in Italia tramite il Decreto Legislativo 27 maggio 2022, n. 82.
Questa direttiva, a differenza di un regolamento come il GDPR, non è direttamente applicabile ai cittadini e alle aziende, ma obbliga gli Stati membri a recepirla nel proprio ordinamento. L’Italia lo ha fatto con un decreto legislativo nel 2022, concedendo alle aziende tre anni di tempo per adeguarsi.
A chi si applicano le norme sull’accessibilità digitale?
La normativa distingue chiaramente tra prodotti e servizi. Sebbene la direttiva copra principalmente prodotti fisici e digitali, il nostro focus è sui siti web, in particolare sugli e-commerce.
Gli e-commerce obbligati ad adeguarsi sono quelli di aziende che vendono B2C (business to consumer). Questo lo si evince dalla definizione stessa di “servizi di commercio elettronico”, fornita dall’art. 2 lett. hh) D.Lgs. 82/2022:
I servizi forniti a distanza, tramite siti web e servizi per dispositivi mobili, per via elettronica e su richiesta individuale di un consumatore al fine di concludere un contratto di consumo.
I siti vetrina non devono adeguarsi. Lo stesso vale per i siti che propongono prodotti ma dove l’acquisto non viene completato online.
Sono esentate dalle norme sull’accessibilità anche le microimprese, ovvero quelle società che hanno un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro l’anno e meno di 10 dipendenti.
La deroga per onere sproporzionato: quando è ammessa?
Il Decreto Legislativo 82/2022 prevede una deroga parziale agli obblighi di accessibilità nei casi in cui l’adeguamento comporti un onere sproporzionato per l’azienda.
Cosa si intende per onere sproporzionato?
Un onere è considerato sproporzionato quando l’adeguamento:
- comporta costi eccessivi rispetto alle risorse disponibili dell’azienda;
- richiede modifiche tecniche complesse che compromettono la funzionalità del servizio;
- implica uno sforzo organizzativo fuori scala rispetto al beneficio che ne deriverebbe in termini di accessibilità.
Attenzione: la soglia non è automatica. L’azienda deve dimostrare e documentare in modo trasparente le ragioni che rendono l’adeguamento non sostenibile.
Come si attiva la deroga?
- L’onere sproporzionato deve essere valutato caso per caso.
- Deve essere esplicitamente indicato nella dichiarazione di accessibilità, con le relative motivazioni.
- La valutazione deve considerare fattori oggettivi, come la dimensione dell’azienda, la natura del servizio, i costi stimati e l’impatto sull’utenza.
- Il ricorso alla deroga deve essere comunicato all’Agid.
Entro quando occorre adeguarsi?
È importante chiarire un equivoco piuttosto diffuso: non è vero che c’è tempo fino al 28 giugno 2030 per rendere il nostro sito web accessibile. Il termine per l’adeguamento è quello del 28 giugno 2025. Vediamo perché.
La normativa distingue chiaramente tra:
- Prodotti: oggetti fisici immessi sul mercato, come POS, bancomat, totem, dispositivi hardware.
- Servizi: attività rivolte al pubblico, tra cui rientrano esplicitamente i servizi di commercio elettronico, ovvero i siti e-commerce.
La normativa utilizza verbi differenti per determinare l’ambito di applicazione:
- Prodotti “immessi” sul mercato dopo il 28 giugno 2025.
- Servizi “forniti” ai consumatori dopo il 28 giugno 2025.
Nel contesto di un sito web e-commerce, non conta quando è stato pubblicato online, ma se è ancora fornito al pubblico dopo il 28 giugno 2025. In altre parole: dal 28 giugno 2025, tutti i siti e-commerce attivi dovranno rispettare i requisiti di accessibilità, a meno che non rientrino nelle eccezioni viste sopra.
Perché la scadenza del 2030 non si applica ai siti web
La confusione sul 2030 deriva dall’articolo 25 del D.Lgs. 82/2022, che recepisce l’articolo 32 della Direttiva. Questo articolo prevede che: I fornitori di servizi possano continuare a usare determinati prodotti già in uso prima del 28 giugno 2025 fino al 28 giugno 2030, ma solo se quei prodotti erano usati legittimamente per fornire servizi simili.
Tuttavia, questa è una deroga pensata per hardware fisici, come ad esempio sportelli automatici, totem o terminali già installati.
Un sito web, invece:
- non è un prodotto, ma un servizio;
- non dipende da un dispositivo fisico nel senso previsto dalla deroga.
Cosa Significa “Sito Web Accessibile”? I Quattro Principi Fondamentali
Rendere un sito accessibile significa migliorare l’esperienza utente a 360 gradi, non solo per le persone con disabilità, ma anche per utenti che usano la tastiera, persone anziane, o chiunque abbia limitazioni funzionali, anche temporanee.
I principi cardine dell’accessibilità, mutuati anche dalla Direttiva (UE) 2016/2102, sono quattro:
1. Percepibile: Le informazioni e i componenti dell’interfaccia utente devono essere presentati in modi che gli utenti possano percepirli. Questo include, ad esempio, la possibilità di regolare contrasto e luminosità, la fornitura di sottotitoli per i video, e alternative all’uso del colore come unico mezzo per veicolare informazioni.
2. Utilizzabile (Operabile): I componenti dell’interfaccia utente e la navigazione devono essere utilizzabili da tutti. Ciò implica la navigazione completa tramite tastiera, la possibilità di controllare il volume e la velocità dell’audio.
3. Comprensibile: Le informazioni e il funzionamento dell’interfaccia utente devono essere comprensibili. Il linguaggio deve essere chiaro, non troppo complicato e facilmente intuibile da chiunque.
4. Robusto: Il contenuto deve essere sufficientemente robusto da poter essere interpretato in modo affidabile da una vasta gamma di programmi utente, comprese le tecnologie assistive. Questo significa che il sito deve adattarsi ai cambiamenti tecnologici e ai diversi dispositivi (ad esempio, essere responsive).
Il riferimento tecnico internazionale adottato dall’Unione Europea è lo standard WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).
Dichiarazione di accessibilità
A partire dal 28 giugno 2025, i siti di e-commerce a cui si applica la normativa dovranno essere accompagnati da una dichiarazione di accessibilità.
Che cos’è la dichiarazione di accessibilità?
È un documento che descrive:
- Il livello di conformità del sito ai requisiti di accessibilità;
- Gli eventuali contenuti non accessibili e le relative motivazioni;
- Le modalità per segnalare problemi di accessibilità o richiedere contenuti alternativi.
La dichiarazione di accessibilità deve essere pubblicata in un punto ben visibile e facilmente accessibile del sito web, di solito nel footer, insieme ad altri link istituzionali come: Informativa privacy; Termini e condizioni; Cookie policy etc.
Per aiutare le imprese a conformarsi a questo adempimento, l’Agid fornisce delle linee guida ed un modello per compilare la dichiarazione di accessibilità, reperibile a questo link.
Cosa si rischia se il sito non è accessibile?
Le situazioni che possono esporre a una sanzione includono:
- Un sito web o servizio non accessibile dopo il 28 giugno 2025;
- L’assenza della dichiarazione di accessibilità o la presenza di una dichiarazione incompleta o ingannevole;
- Il mancato riscontro alle segnalazioni degli utenti che incontrano barriere digitali.
Le sanzioni amministrative vanno da un minimo di 5.000 euro e possono arrivare fino a 40.000 euro per singola violazione.
Conclusioni
In conclusione, l’Accessibility Act è un passo cruciale verso un mercato digitale più equo e inclusivo. Adeguarsi non è solo un obbligo legale con scadenze precise e sanzioni in caso di inadempienza, ma rappresenta anche un’opportunità per le aziende di migliorare l’esperienza utente, ampliare la propria clientela e rafforzare la propria immagine di responsabilità sociale. L’investimento nell’accessibilità è un investimento nel futuro del proprio business e nella società nel suo complesso.